Secondo un’interpretazione popolare l’antica religione dei Maya avrebbe predetto la fine del mondo nel 2012. Ma Gesù Cristo ha chiaramente detto che a nessuno essere umano è dato di sapere il giorno e l’ora di quell’evento. Infatti, anche le profezie bibliche predicono una «fine» che davvero sembra velocemente avvicinarsi. Ma la “fine” di cosa esattamente? E soprattutto, perché? Quali risposte ha dato Gesù Cristo a questi interrogativi inquietanti? Conoscerle ne vale la salvezza del genere umano, la tua salvezza…
Circa due millenni fa i discepoli di Gesù Cristo gli posero una domanda che ha affascinato da sempre i popoli:«Dicci: Quando avverranno queste cose, e quale sarà il segno del tuo ritorno? e della fine dell’èra presente?» (Matteo 24:3). Ogni generazione si è posta questi interrogativi. Ci sarà davvero la fine del mondo?
Davanti all’attuale capacità di produrre armi di distruzione di massa, questa domanda è oggi posta anche da politici, educatori e scienziati di tutto il mondo. Essi prevedono che il mondo possa essere distrutto per varie cause, inclusi la guerra nucleare, i disastri ecologici globali, la sovrappopolazione, i terremoti, le epidemie e le collisioni di asteroidi con il nostro pianeta. Essi non cercano di capire se accadrà, ma quando accadrà.
Se l’èra presente è destinata a concludersi davvero, come finirà? Perché? E quando? Quali risposte ha dato Gesù Cristo riguardo a questi inquietanti interrogativi? Le risposte di Cristo sono così chiare e semplici, che per riuscire a crederle noi tutti abbiamo bisogno di renderci conto dei rischi potenziali e reali che il mondo sta attraversando.
Asteroidi dal cielo e crescente minaccia nucleare
Basandosi su un numero crescente di enormi crateri meteorici scoperti negli anni recenti, gli scienziati credono che una collisione tra la terra e un asteroide killer sia molto probabile. Quale sarebbe la conseguenza di tale violento scontro? «Un asteroide di un solo chilometro di diametro creerebbe uno sconquasso cosmico per l’impatto con la terra», scrive Michio Kaku, professore di fisica teorica al City College di New York. «L’onda d’urto distruggerebbe interi continenti a causa dei terremoti. Se andasse a colpire gli oceani, l’onda di marea che creerebbe potrebbe essere così alta da inondare molte città costiere della terra» (Visions: How Science Will Revolutionize the 21st Century, pag. 317). Nel 1908 un meteorite dal diametro di soli 50 metri esplose su un’area remota della Siberia. L’energia rilasciata da quel missile celeste è stata stimata essere eguale a quella di una potente bomba all’idrogeno. Le conseguenti sismiche scosse sono state registrate addirittura fino a Londra.
Gli esperti generalmente convengono sul fatto che fra tutti i possibili mezzi di distruzione dell’umanità, le armi nucleari e chimiche costituiscano la più grande e reale delle minacce. Le nazioni non riescono a far rientrare il «genio nella bottiglia». Carl Sagan, forse lo scienziato più conosciuto nel mondo, prima della sua morte nel 1996, scrisse: «Lo sviluppo delle armi nucleari e i loro sistemi di consegna condurranno, prima o poi, al disastro globale» (Cosmos, 1980, pag. 328).
Con la fine della guerra fredda il mondo è diventato più instabile di prima, perché sta aumentando il numero delle nazioni in possesso di armi nucleari assieme alla costante minaccia del terrorismo internazionale. Esistono nel mondo più di 50.000 testate nucleari, molte in luoghi pericolosamente instabili. Nessuno osa scartare l’idea che gruppi terroristici, se potranno mettere le mani sui dispositivi nucleari, li useranno per perseguire le loro mire di morte.
Il tempo sta per scadere?
Alcuni leader politici hanno espresso ad alta voce la loro preoccupazione riguardo alla possibile fine della civiltà. L’ex presidente statunitense, Ronald Reagan, espresse la preoccupazione che l’Armaghedon potrebbe avvenire ai tempi della nostra generazione. Il suo segretario alla Difesa, Camper Weinberger, osservò: «Io credo che il mondo si stia avviando verso la sua fine…» (citato da Reginald Stackhouse, The End of the World, 1997, pag. viii).
L’ex presidente francese Valery Giscard d’Estaing fece questo commento sullo stato dell’umanità: «Il mondo è infelice perché non sa dove sta andando e perché avverte che, se lo sapesse, scoprirebbe che sta andando verso il disastro» (ibidem).
L’ex vicepresidente Al Gore ha fatto delle congetture sulla longevità del mondo: «Due guerre mondiali, l’Olocausto, l’avvento delle armi nucleari e la crisi ambientale, ora globale, hanno portato molti di noi a chiederci se la sopravvivenza sia possibile» (Earth in the Balance, 1992, pag. 366).
In effetti esperti provenienti da molti paesi condividono la preoccupazione che noi potremmo assistere alla fine della civiltà così come la conosciamo. Queste considerazioni hanno creato un periodo di ansietà, specialmente in un mondo dove così insignificante sembra la sicurezza di ogni cosa.
Molti altri, comunque, affermano che non bisogna essere preoccupati riguardo alla fine del mondo. Essi si riferiscono alla ricorrente paura della fine del mondo che ha imperversato nel passato. Elencano molte delle predizioni fallite riguardanti la fine del mondo. Tale valutazione è giustificata in un punto. Predizioni sulla fine del mondo sono abbondate per secoli; coloro che hanno stabilito le date si sono sbagliati molte volte. Il problema con molte di queste previsioni era che, sebbene fatte con buone intenzioni, gli specifici dettagli cronologici provenivano da idee umane.
Esiste una fonte alla quale noi possiamo riferirci per un’informazione attendibile? Quella fonte attendibile esiste ed è la Bibbia. Purtroppo certe produzioni cinematografiche e predicatori hanno attribuito alla Bibbia ciò che la Bibbia non dice, perciò la gente non vuol saperne o approccia questa tematica con molta diffidenza, comprensibilmente. Il risultato è che rimane generalmente diffusa un’idea molto vaga e distorta di quel che la Bibbia dice riguardo alla cosiddetta «fine del mondo».
La fine di un’èra, non la fine del pianeta
Quando i discepoli di Gesù gli chiesero «della fine del mondo», essi non si riferivano alla fine del pianeta Terra, ma semplicemente all’èra presente, che ha conosciuto millenni di dominio umano sotto l’invisibile influenza di Satana il diavolo (IGiovanni 5:19).
L’espressione «fine del mondo» è stata tradotta dalle parole greche «aion kosmos», che indicano il mondo ordinato intorno a noi, cioè l’attuale modello di civiltà o dominio geopolitico dell’uomo. Questo è ciò che finirà.
La domanda che i discepoli fecero a Gesù – «Maestro, quale sarà il segno della tua venuta e quando avverranno queste cose?» – rivela che essi capivano non solo che Gesù Cristo dovrà tornare sulla terra ma che, al Suo ritorno, ogni forma di corruzione sarà spazzata via e una nuova èra sorgerà. Questo evento è descritto dall’apostolo Pietro come l’epoca in cui il Cristo restaurerà il Regno di Dio sulla Terra: «Ravvedetevi… affinché Iddio vi mandi il Cristo che v’è stato destinato, cioè Gesù, che il cielo deve tenere accolto fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose» (Atti 3:19-21; 1:11). Il Regno di Dio deve ancora essere instaurato sulla Terra, come Gesù stesso ci ha insegnato ad invocare nella preghiera-modello diretta al Padre nostro (Matteo 6:9-13).
Questa transizione, [dal dominio dell’uomo, che è in realtà l’occulto dominio di Satana, al dominio divino di Cristo sulla Terra], è al centro dei messaggi degli antichi profeti biblici come pure del Vangelo di Gesù Cristo. Le profezie bibliche affermano che le varie civiltà e sistemi sociali dell’èra presente – di questo mondo – giungeranno alla loro fine in modo drammatico e saranno soppiantati dalla civiltà di Gesù Cristo, che darà vita ad un nuovo mondo, una nuova civiltà, quella di Dio. Nel solo Nuovo Testamento, più di 300 brani si riferiscono agli eventi del tempo della fine.
I «segni» del tempo della fine
Gesù rispose alla domanda dei Suoi discepoli elencando, a grandi linee, gli eventi che si sarebbero verificati da quel secolo in poi fino alla «generazione» che vedrà il Suo ritorno glorioso sulla Terra. Il primo degli eventi, come indicato in Matteo 24, sarebbe stato l’affermazione di false versioni del Cristianesimo: «Molti verranno sotto il mio nome», disse Gesù, «e ne inganneranno molti» (vv.4-5). Un altro evento si sarebbe aggiunto al primo: «Or voi udirete parlare di guerre e di rumore di guerre… Poiché si leverà nazione contro nazione e regno contro regno», alludendo alle guerre mondiali (vv.6-7). Gesù disse, inoltre, che «ci saranno carestie e terremoti in vari luoghi; ma tutto questo non sarà che principio di dolori»
Tutti questi eventi, o «segni», hanno storicamente caratterizzato quelle nazioni e quei regni che, pur ritenendosi «cristiane», hanno, fin dal primo secolo, perseguitato i più deboli e le minoranze, fatto guerre e compiuto massacri. Ciò spiega il perché la fervente aspettazione del «tempo della fine» sia durata per millenni.
Molti credono che l’attuale esistenza di armi di distruzione di massa sia un sicuro «segno del tempo della fine», facendo un preciso riferimento alle stesse parole di Gesù: «E se quei giorni non fossero abbreviati, nessuna carne sopravvivrebbe»(Matteo 24:22). Non si può negare che i moderni sviluppi scientifici e tecnologici stanno tramandando a questa e alle future generazioni un’eredità su cui pende l’ultima spada di Damocle. E senza un intervento miracoloso il genere umano non ha garanzia di sopravvivenza.
E’ comunque di grande aiuto la consapevolezza che, mano a mano che gli eventi predetti da Gesù concorreranno tutti assieme in una conflagrazione globale, la maggior parte della gente preferirà non dare peso a tali eventi, né all’annuncio concernente il tempo della fine. «Negli ultimi giorni verranno degli schernitori coi loro scherni i quali si condurranno secondo le loro concupiscenze e diranno: ‘Dov’è la promessa della Sua venuta?’ perché dal giorno in cui i padri si sono addormentati, tutte le cose continuano nel medesimo stato come dal principio della creazione» (IIPietro 3:3-4).
Non importa quanto appaiono difficoltose le cose, alcuni rassicureranno tutti gli altri che l’uomo ha ogni cosa sotto controllo. Tragicamente, tali assicurazioni non serviranno a nulla, ma daranno un falso senso di sicurezza, conducendo la gente a fidarsi esclusivamente della capacità dell’uomo piuttosto che di Dio.
Mentre la fine si avvicina
Per quanto lunga possa sembrare l’attesa, l’apostolo Paolo ci avverte che «è ormai ora che ci svegliamo dal sonno, poiché la salvezza ci è ora più vicina di quando credemmo» (Romani 13:11). Perciò «Iddio fa ora annunziare agli uomini che tutti, per ogni dove, abbiano a ravvedersi, perché ha fissato un giorno, nel quale giudicherà il mondo con giustizia, per mezzo di Colui ch’Egli ha stabilito; del che ha fatto fede a tutti, avendolo risuscitato dai morti» (Atti 17:30-31).
In che modo possiamo essere salvati? La prima cosa saggia da fare è rivolgersi a Dio con sincero «ravvedimento» (Atti 3:19). Questo è il messaggio esortativo che la Chiesa ha da proclamare al mondo. L’apostolo Pietro esortò la gente a pentirsi, ad allontanarsi dai propri peccati, dall’egoismo e a ricercare la via di Dio, e ad essere battezzati (Atti 2:38). Tutti quelli che si ravvedono e si fanno battezzare saranno accolti o risuscitati da Gesù Cristo al Suo ritorno sulla Terra.
Noè ed il nostro tempo: un parallelo che induce a pensare
Gesù Cristo ha predetto che la predicazione concernente il Suo ritorno sulla Terra non sarà presa sul serio: «Ma come fu ai giorni di Noè, così sarà anche alla venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio, le persone mangiavano, bevevano, si sposavano ed erano date in moglie, fino a quando Noè non entrò nell’arca; e non si avvidero di nulla, finché venne il diluvio e li portò via tutti; così sarà pure alla venuta del Figlio dell’uomo» (Matteo 24:37-39). Così gli eventi futuri incontreranno il passato.
Qual era il problema delle popolazioni del tempo di Noè? Non il mangiare o il contrarre matrimonio, ma il fare queste cose assieme ad egoismo, infedeltà violenza e corruzione, l’abbandono della fede e della via di Dio. Tutti erano intenti ai propri affari, ignari di ciò che stava per accadere (Genesi 6). Dio sembrava lontano, di fatto disinteressato alle attività sulla terra. Lo stesso sarà anche nel tempo della fine: «…Negli ultimi giorni verranno degli schernitori coi loro scherni i quali si condurranno secondo le loro concupiscenze e diranno: “Dov’è la promessa del suo ritorno? perché… tutte le cose continuano nel medesimo stato come dal principio della creazione…» (IIPietro 3:3-7). La maggior parte della gente sarebbe noncurante del proprio stato spirituale o schernitrice dell’imminente giudizio di Dio e della Sua predicazione (Matteo 6:33; Luca 21:34-35). È già accaduto in passato, sta accadendo anche oggi.
Gli atteggiamenti umani del tempo della fine sono stati descritti anche dall’apostolo Paolo: «Or sappi questo: che negli ultimi giorni verranno tempi difficili, perché gli uomini saranno amanti di se stessi, avidi di denaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori, disubbidienti ai genitori, ingrati, scellerati, senza affetto, implacabili, calunniatori, intemperanti, crudeli, senza amore per il bene, traditori, temerari, orgogliosi, amanti dei piaceri invece che amanti di Dio, aventi l’apparenza della pietà, ma avendone rinnegato la potenza» (IITimoteo 3:1-5).
Ciò descrive perfettamente l’attitudine predominante e il panorama mondiale del nostro secolo. Come ai tempi di Noè la gente derideva e ridicolizzava la costruzione dell’arca, la fine di quest’era piomberà sulle popolazioni noncuranti dell’opera edificatrice della Chiesa e del giudizio di Dio.
Vegliare soprattutto sul proprio stato spirituale
La Bibbia parla della fine del mondo come di un evento sicuro, ma che «nessuno può sapere l’ora ed il giorno» in cui esso accadrà (Matteo 24:36,42,44). Il nostro interesse principale non dovrebbe essere «quando» verrà la fine, ma di cercare Dio oggi, per essere preparati spiritualmente al tempo del Suo ritorno, in quanto possiamo perdere la vita in qualsiasi momento. Gesù disse: «Perciò siate sempre pronti, perché nell’ora che non pensate, il Figlio dell’uomo verrà» (Matteo 24; 44). Inoltre Egli disse: «Vegliate pregando in ogni tempo, affinché siate ritenuti degni di scampare e tutte queste cose che stanno per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo» (Luca 21:36). Tutto ciò significa «stabilire uno stretto rapporto con il Padre Eterno», attraverso la preghiera quotidiana, la fede nel sangue di Cristo, l’ubbidienza ai comandamenti di Dio, il battesimo nell’acqua e nello Spirito Santo (Atti 2; 37-39).
La Bibbia descrive i credenti come coloro che vivono in uno stato di attesa, in transizione fra i due mondi o le due ère. Il mondo presente giungerà alla sua fine, così come questa nostra vita, inevitabilmente. Ma poi verrà un mondo migliore. Secondo Matteo 24:13 dobbiamo sperare «fedelmente» in Cristo, perché solo «Chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato».
LaBuonaNotizia.org